COMUNITA’ ENERGETICHE E COMUNI SOTTO I 5000 ABITANTI …

Data: 09-01-2024

Ci troviamo di fronte ad un cambiamento epocale, la possibilità di scambiare l’energia tra utenti, una condivisione che permette di contribuire in maniera significativa al contenimento dell’inquinamento atmosferico (utilizzo delle rinnovabili) e alla riduzione degli importi delle bollette elettriche. Perché ho voluto, in questo articolo, fare riferimento ai piccoli comuni?

Prima di rispondere a questa domanda, faccio un breve aggiornamento della situazione ad oggi, di cui avevo già parlato in precedenti articoli (articolo 1, articolo 2, articolo 3).

Il “decreto Cer” praticamente da il via alle nuove comunità energetiche. Attenzione! Siamo in attesa del parere della Corte dei Conti dopo la firma del ministro dell’Ambiente Pichetto Fratin!

In parole semplici, questo decreto è incentrato su due specifiche misure: una tariffa incentivante sull’energia rinnovabile “prodotta e condivisa” dai membri della Comunità Energetica e un contributo “a fondo perduto”. L’incentivo cambia in base alla potenza dell’impianto (inferiore a 200, tra 200 e 600 e superiore a 600 kWp) ed è composto da una parte fissa (60 €/kWh) più una parte variabile a seconda del prezzo zonale.
È inoltre previsto un supplemento a seconda della localizzazione geografica dell’impianto (4€/MWh in più per le regioni del centro e 10€/MWh in più per quelle del Nord Italia). La potenza degli impianti finanziabile è pari a cinque Gigawatt complessivi, con un limite temporale a fine 2027. Questo significa che è arrivato il momento di muoversi, almeno iniziando a fare le valutazioni preliminari necessarie a configurare un sistema che possa poi risultare efficace.

Arriviamo alla risposta della domanda che ho posto ad inizio articolo. Per i Comuni italiani con meno di 5 mila abitanti è previsto un contributo a fondo perduto fino al 40% del costo sostenuto per realizzare un nuovo impianto al servizio di una Comunità Energetica o per potenziarne uno esistente, che può essere cumulato con la tariffa incentivante entro limiti definiti. La misura prevede incentivi per 5,7 miliardi (dei quali 2,2 finanziati dal Piano nazionale di Ripresa e Resilienza) tutti destinati ai territori per incentivare la produzione e la condivisione di energia rinnovabile.

Erano due anni che aspettavamo il quadro normativo per lo sviluppo delle Cer! La firma del decreto sulle Cer rappresenta la spinta definitiva necessaria allo sviluppo di queste realtà in Italia. Le Comunità Energetiche Rinnovabili rappresentano un importante cambiamento nel rapporto tra cittadini ed energia e un passo fondamentale nella promozione dell’autoconsumo di energia da fonti rinnovabili e nel raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità che l’Europa si è posta entro il 2030.

L’articolo volutamente non entra nel dettaglio dei tecnicismi che stanno dietro alla costituzione di una Comunità Energetica, ogni realtà va studiata nel dettaglio, cercando un livello di ottimizzazione rivolto a sfruttare al massimo gli incentivi disponibili.
In qualità di progettista energetico, assieme al mio staff di professionisti/colleghi, mi occupo di Comunità Energetiche e di Autoconsumo Collettivo. Rimango a disposizione per chi intendesse valutare l’eventuale costituzione di una CER.

Per chi volesse approfondire autonomamente l’argomento, elenco alcuni testi che potete trovare comodamente cliccando sul relativo link:

Le comunità energetiche rinnovabili (Autore: Lucio Berardi)
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Vita Italiana Alle Comunità Energetiche
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Le comunità energetiche rinnovabili. Modelli, regole, profili applicativi (Autori: Lorenzo Cuocolo, Pietro Paolo Giampellegrini, Oriana Granato, Giuseppe Franco Ferrari.
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Ing. Marcenaro Luca


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