FOTOVOLTAICO CONDOMINIALE: L’AUTOCONSUMO COLLETTIVO CONVIENE?

Data: 05-01-2024

Ci troviamo di fronte ad uno degli argomenti più gettonati di questo periodo, molti di voi si staranno chiedendo se ha davvero senso installare un impianto fotovoltaico condominiale, visti i costi significativi da affrontare. Se mi fosse stata posta la domanda un anno fa probabilmente avrei risposto in questo modo:

“senza agevolazioni fiscali, il ritorno economico dell’investimento è poco vantaggioso. In poche parole, senza contributi il gioco “non valeva la candela”, se non per impianto di grossa taglia”. Oggi qualcosa di significativo è cambiato, con l’avvento delle Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) e dell’innovativo concetto di Autoconsumo Collettivo, esistono ulteriori incentivi che rendono l’intervento particolarmente interessante, per gran parte degli edifici condominiali. Cerchiamo di capire, in maniera semplice, quali sono questi nuovi strumenti a disposizione.

Fino a poco tempo fa, se si desiderava installare un impianto fotovoltaico condominiale, quindi associato alle “parti comuni” dell’edificio (consumi elettrici di centrale termica, illuminazione vani scale, illuminazione esterna, vani ascensori, ecc.), non era possibile permettere, al singolo condomino (utenza privata) di poterne usufruire, pertanto l’impianto perdeva gran parte dell’efficacia, andando a contenere solo una parte di spese della collettività (le spese comuni). Ovviamente il discorso si faceva più interessante nel caso di utilizzo di una pompa di calore elettrica centralizzata per riscaldamento, come generatore di calore condominiale, caso molto raro.

Oggi possiamo sfruttare l’Autoconsumo Collettivo, ma di cosa si tratta?
La definizione di autoconsumo collettivo fa riferimento alla possibilità, da parte di un condominio (inteso come intero stabile), di prodursi autonomamente energia elettrica da fonti di energia rinnovabile per poi consumarla per le proprie necessità, non come singolo individuo ma come insieme di entità (i vari condomini, proprietari delle unità immobiliari). Questa nuova definizione permette quindi ai singoli utenti di poter usufruire dell’energia elettrica prodotta dall’impianto fotovoltaico centralizzato. I vari utenti dell’edificio, oltre ad avere il vantaggio di usufruire di energia elettrica autoprodotta (quindi a costo zero), ricevono incentivi in proporzione alla quantità di elettricità autoprodotta utilizzata.

L’impianto fotovoltaico centralizzato, coprirà i consumi energetici comuni e l’eccedenza di produzione, immessa in rete, potrà essere “condivisa virtualmente” con i vari utenti dello stabile. Spiegato in parole semplici, ora per ora verrà fatto un conteggio dei kWh ceduti alla rete dall’impianto condominiale e contemporaneamente una quantificazione dei kWh consumati dai vari soggetti che partecipano all’autoconsumo collettivo. Il minore di questi valori rappresenta l’energia effettivamente condivisa, che verrà incentivata. Il tutto si trasforma in un risparmio economico aggiuntivo per le varie utenze private.

Perché incentivare l’autoconsumo di energia elettrica? Perché in questo modo, se i vari utenti autoproducono e utilizzano sul posto energia elettrica, evitano di sovraccaricare le linee di distribuzione nazionali, contribuendo al contenimento di uno dei più grossi problemi dei prossimi anni, ossia il collasso delle linee elettriche nazionali. Da una parte abbiamo l’Europa che da anni spinge sull’elettrico, dall’altra ci ritroviamo con una rete di distribuzione molto vecchia caratterizzata da perdite elevate.

Per poter accedere a questo sistema incentivante è necessario che tutti gli utenti siano favorevoli? La risposta è NO. Bastano solo 2 utenti per poter avviare il tutto. Ovvio che più utenti aderiscono, maggiore è l’autoconsumo di energia e più interessanti risultano gli incentivi ...

Per poter implementare un impianto fotovoltaico condominiale da gestire come collettività di autoconsumo, bisogna seguire i seguenti passi:

1 – (Facoltativo ma consigliato) – Interpellare un professionista del settore specializzato in questo argomento in modo da invitarlo in riunione condominiale (consulenza professionale preliminare) per illustrare e approfondire l’argomento precedentemente affrontato in maniera molto semplice e riassuntiva.

2 – Incaricare il professionista per la redazione di uno studio di fattibilità rivolto a definire il profilo di produzione dell’impianto fotovoltaico (quindi il dimensionamento dei pannelli fotovoltaici), l’analisi dei profili di consumo energetico elettrico dei singoli utenti che compongono il condominio, la verifica di sostenibilità economico-finanziaria e la definizione corretta della forma societaria/statuto e delle regole di funzionamento.

3 – Incaricare progettista per redazione progetto obbligatorio fotovoltaico, redazione computo metrico per richiesta preventivi per l’installazione dell’impianto.

4 – Incaricare il professionista e/o la struttura specializzata per la costituzione dello statuto definitivo di autoconsumo collettivo (costituzione, aggregazione membri, sistema di monitoraggio, gestione anagrafiche utenti sul portale GSE).

5 – Incaricare società abilitata per gestione amministrativa e legale della comunità condominiale di autoconsumo (monitoraggio consumi e produzione, analisi tecnica continua per ottimizzazione degli incentivi, gestione amministrativa per ripartizione incentivi, supporto legare e gestioni varie).

Arrivati a questo punto, vi starete chiedendo se tutto questo iter può davvero portarvi ad un significativo risparmio economico sulle bollette elettriche. La risposta non è scontata. La fase di studio di fattibilità serve proprio a verificare se esiste una configurazione di impianto adeguata alle esigenze dei vari utenti e proficua dal punto di vista economico. In quanti anni si ripaga l’impianto? Quanto si riesce effettivamente a risparmiare sulle bollette? Una corretta progettazione e dimensionamento permette di evitare sorprese. Lo studio di fattibilità dovrà individuare in maniera realistica la quantità di energia che effettivamente sarà possibile condividere con i vari utenti, perché è da questo parametro che dipendono gli incentivi erogati. Probabilmente dovranno cambiare le abitudini quotidiane, prediligendo i consumi elettrici durante le ore di sole (momento in cui l’impianto produce) piuttosto che la sera. Da valutare, in fase preliminare, la convenienza nell’utilizzo di batterie di accumulo, attualmente molto costose difficilmente giustificabili in termini di ritorno economico.

Da alcune simulazioni che ho avuto modo di effettuare su alcuni condomini reali dislocati sulla provincia di Imperia, posso tranquillamente dire che se lo stabile presenta un’adeguata superficie di tetto dove posizionare i pannelli, l’intervento porta a risultati decisamente interessanti con tempi di ritorno dell’investimento molto interessanti. Credo ci possano essere criticità per edifici molto alti e stretti, dove in effetti abbiamo un elevato numero di unità immobiliari e un tetto limitato. Molto complicato il caso di edifici con tetti caratterizzati da abbaini (presenza di taverne), dove la superficie reale a disposizione è molto bassa.

Diciamo che si tratta di un interessante opportunità per gran parte (ma purtroppo non tutti) i Condomini Italiani; mi rendo disponibile nel caso foste interessati ad una consulenza preliminare (anche a distanza) per approfondire l’argomento o per impostare le successive fasi.

Volutamente non sono entrato nel dettaglio evitando di parlare di numeri in quanto confonderebbero solo le idee e andrebbero comunque verificati caso per caso cercando di massimizzare i risultati grazie ad un’ottimizzazione del sistema fotovoltaico.

Per chi volesse approfondire autonomamente l’argomento, elenco alcuni testi che potete trovare comodamente cliccando sul relativo link:

Le comunità energetiche rinnovabili (Autore: Lucio Berardi)
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Vita Italiana Alle Comunità Energetiche
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Le comunità energetiche rinnovabili. Modelli, regole, profili applicativi (Autori: Lorenzo Cuocolo, Pietro Paolo Giampellegrini, Oriana Granato, Giuseppe Franco Ferrari.
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Ing. Marcenaro Luca

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