Data: 19-09-2022
Da diverse settimane ricevo costanti richieste, da parte dei miei clienti fidelizzati, in merito a questa nuova tecnologia di cui mi sto interessando da diversi anni. Può diventare una reale alternativa agli attuali sistemi di generazione del calore? La risposta non è semplice, vediamo in questo primo articolo specifico di iniziare a fare qualche valutazione facendo riferimento all’attuale commercializzazione in ambito residenziale.
L’obiettivo primario, in questo momento visto il rincaro delle bollette, è cercare una soluzione per svincolarsi dal metano che ovviamente risulti sostenibile! In altri settori l’idrogeno sta effettivamente prendendo piede ma concentriamoci su quella che potrebbe essere la futura caldaia di riscaldamento. Questa soluzione può davvero contribuire al processo di decarbonizzazione del riscaldamento di casa?
L’idrogeno è abbondante in natura ma molto difficile da trovare nella sua forma pura (H2), lo dobbiamo “dividere” dagli altri elementi (esempio metano CH4 oppure l’acqua H2O). Stoccarlo non è semplice, richiede bassissime temperature o altissime pressioni, per contenere i volumi di ingombro.
Per “certi” aspetti l’idrogeno (puro) è un combustibile molto simile al metano, caratterizzato da un potere calorifico leggermente inferiore; questi due combustibili sono in grado di lavorare assieme (miscela 20-30% idrogeno 80-70% metano) garantendo buoni risultati in termini di contenimento della CO2 (anidride carbonica), degli Nox (ossidi di azoto) e del CO (monossido di carbonio).
La differenza sostanziale sta nella velocità di propagazione dell’idrogeno, nettamente superiore a quella del metano, creando non poca preoccupazione in termini di sicurezza (ritorno di fiamma), criticità alla quale i vari produttori stanno da tempo lavorando in maniera minuziosa.
I test effettuati su caldaie a condensazione di ultima generazione dimostrano un adeguata capacità nel gestire questa problematica per miscele dove il contenuto massimo dell’idrogeno è pari al 20-30%. Utilizzare idrogeno puro è un obiettivo ambizioso che richiederà sicuramente grossi investimenti di ricerca e sviluppo per i prossimi anni.
Esistono studi effettuati su una miscela idrogeno 80% e metano 20% che confermano una sostanziale riduzione delle emissioni. Attendiamo gli esiti ufficiali e certificati.
Anche se fosse possibile utilizzare come combustibile idrogeno puro (100%), il futuro di questo combustibile sarà comunque vincolato alla volontà dell’Europa di voler produrre idrogeno in maniera sostenibile (green hydrogen). Al momento, la maggior parte dell’idrogeno (il 75%) deriva dal gas naturale (idrogeno grigio) e la sua produzione emette molta CO2, quindi produrne adeguate quantità in maniera eco-sostenibile sarà un obiettivo importante.
In Europa, l’idrogeno ottenuto da elettrolisi si attesta solo al 4%, il resto è prodotto da gas naturale e dal carbone … Ad oggi l’idrogeno verde (per elettrolisi) risulta essere 5 volte più costoso di quello prodotto dai combustibili fossili. Obiettivi al 2050?
Da quanto ho potuto ad oggi constatare, esistono alcuni produttori di caldaie per riscaldamento che stanno investendo in questo settore e stanno iniziando a spingere il prodotto. Ci troviamo di fronte ad un inizio di commercializzazione. Sul mercato si trovano due tipologie di caldaie ad idrogeno, caratterizzate da differenti principi di funzionamento. La prima tipologia non è altro che un’evoluzione dell’attuale caldaia a condensazione attualmente alimentata a gas metano che verrà “convertita” ad un funzionamento tramite miscela metano – idrogeno, a percentuale nel tempo crescente (attuale commercializzazione prevede 20-30% di idrogeno – 80-70% di metano). Le aziende stanno già comunicando di voler raggiungere un ottimale funzionamento con idrogeno puro (entro il 2025) salvo ritardi causati dalla problematica della produzione e distribuzione del combustibile (ipotizzabili).
Sul mercato è stato da poco lanciato un prodotto alternativo, in grado di sviluppare contemporaneamente potenza termica (per riscaldamento e ACS) e potenza elettrica.
Prima di addentrarmi ulteriormente su questo sistema alternativo di generazione del calore, dedicherò tempo nelle prossime settimane a contattare produttori ed installatori specializzati su queste nuove tecnologie, per capire bene il reale principio di funzionamento, i consumi energetici effettivi, i costi e la resa energetica.
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Ing. Marcenaro Luca