Mi sembra doveroso fare un minimo di punto della situazione andando ad analizzare quelli che sono gli obiettivi che, a quanto pare, la comunità europea sta prefissando per i prossimi anni, una volta raggiunto il primo degli obiettivi, di cui sicuramente tutti o quasi avete già sentito parlare: ridurre il consumo energetico globale del 20% entro il 2020 (ovviamente rispetto all'utilizzo previsto di energia nel 2020), obiettivo che equivale alla dismissione di 400 centrali elettriche.
L’Unità Europea, ad oggi, ha già adottato una serie di misure per migliorare l'efficienza energetica globale:
- Una riduzione annua pari all’1,5% dei consumi energetici nazionali (in Italia come siamo messi realmente?);
- Nella maggior parte dei paesi dell'UE l’obbligo di intervenire con una riqualificazione energetica per almeno il 3% degli edifici statali;
- Attestati di Prestazione Energetica (APE) obbligatori sia per vendita di immobili che per il semplice affitto;
- Standard minimi di efficienza energetica e di etichettatura per una varietà di prodotti quali caldaie, elettrodomestici, illuminazione, televisori, ecc.. (Ecodesign)
- La continua evoluzione dei piani d'azione nazionali per l'efficienza energetica che vengono aggiornati ogni tre anni;
- Le nuove linee di distribuzione dell’energia elettrica ed i nuovi gasdotti;
- Introduzione degli audit energetici nelle grandi aziende, almeno ogni quattro anni;
- Trasparenza verso i consumatori necessaria a proteggere i loro diritti di essere adeguatamente informati, in maniera semplice e trasparente, relativamente ai consumi energetici delle apparecchiature e degli immobili;
L’UE ha compiuto notevoli progressi negli ultimi anni. Nel 2014, il suo consumo di energia primaria era solo l'1,6% superiore all’obiettivo del 2020.
Tuttavia, il 2015 rispetto al 2014, vede un significativo aumento di consumo di energia (circa l'1,5%), forse per i trasporti?
Giusto per dare alcune indicazioni a carattere generale, le nuove costruzioni, realizzate secondo lo standard energetico minimo, mediamente sono caratterizzate da consumi dimezzati rispetto a quelli caratteristici degli edifici costruiti negli anni '80. Peccato però che in Italia solo una minima parte degli edifici risulta essere stata costruita a partire dal 1980, quindi questo aspetto dovrebbe fare molto riflettere …
Giusto per dare un’idea, analizzando i dati ISTAT, il 25% dell’intero patrimonio residenziale è costituito da edifici costruiti prima del 1946, il 15% risulta costruito prima del 1919, il 4% di questi è in pessimo stato di conservazione ...
L’Italia, nei confronti dell’Europa, ha la responsabilità di raggiungere determinati risultati in termini di efficientemente energetico del parco edilizio nazionale … E’ già iniziata la fase d’indottrinamento del popolo, tramite l’entrata in vigore della normativa tecnica UNI 10200 che ha stravolto il metodo di ripartizione delle spese di riscaldamento nei condomini dotati d’impianti di riscaldamento centralizzati, sensibilizzando molto gli utenti maggiormente sfavoriti … In attesa del secondo passo normativo/legislativo rimaniamo in attesa di soluzioni di riqualificazione edilizia economiche e di facile realizzazione.
C’è anche da dire che i consumi energetici nell'industria dell’EU, per vari motivi, sono diminuiti di oltre 16% tra il 2005 e oggi …
In teoria l’installazione di apparecchi più efficienti, a livello globale, dovrebbe permettere un risparmio per i consumatori di circa 100 miliardi di euro ogni anno, quindi circa 465 euro per abitazione, entro il 2020 (quindi ad obiettivi raggiunti).
A livello europeo la quota delle macchine frigorifere etichettate con classe di efficienza energetica superiore alla “A” è passata da meno del 5% nel 1995 a ben oltre il 90% nel 2017.
Alcuni degli obiettivi Europei legati all’efficientamento energetico sono:
- Riduzione dell’importazioni di gas;
- Minori costi energetici negli edifici, oltre a benefici in termini di qualità dell'aria e contenimento del rumore esterno (in Italia è dal 1997 che parliamo di acustica, ad oggi tutto ancora tace o quasi ...);
- Teoricamente le misure di efficientamento energetico degli edifici possono aiutare le famiglie con redditi inferiori a migliorare le loro condizioni di vita (questo è il messaggio che l’Europa vorrebbe divulgare, il problema è che in Italia le cose funzionano in maniera un po’ diversa e questo aspetto al momento, per vari motivi, non lo vedo molto allineato alla realtà dei fatti);
- Minori costi energetici per le aziende, nello specifico per le industrie ad alto consumo energetico;
- Sono previsti, ma al momento non ancora noti, futuri investimenti europei e di conseguenza nazionali, in materia di efficienza energetica che dovrebbero, se applicati nel modo corretto, portare nuove opportunità di business alle imprese e ai professionisti.
In conclusione, il riscaldamento e il raffreddamento in ambito civile e industriale rappresentano la metà del consumo energetico dell'UE; l'84% del riscaldamento e del raffreddamento è ancora generato da combustibili fossili, quindi solo il 16% è generato da energia rinnovabile. Per conseguire gli obiettivi climatici e energetici dell'UE, il settore del riscaldamento e del raffreddamento vivrà nei prossimi anni una rapida evoluzione. Nuove tecnologie e materiali innovativi richiederanno figure professionali sempre più evolute.
Non bisognerebbe parlare di “CRISI” bensì di “EVOLUZIONE” o se volete di “CAMBIAMENTO” …
Ing. Marcenaro Luca