Data: 22-02-2023
Stiamo vivendo un periodo di forte stress, la pandemia ha lasciato il suo segno ed ora ci troviamo con l’Europa che vuole edifici più performanti a livello energetico (Classe E entro il 2030, ..., D entro il 2033) in tempi estremamente limitati … Dobbiamo realmente preoccuparci? Approfondiamo il discorso!
La tendenza dei prossimi anni sarà sicuramente quella di trovarci di fronte a nuove normative che imporranno di mettere mano agli immobili, sia dal punto di vista edilizio che impiantistico, ma quai sono le tempistiche reali? Quali sono gli interventi che permettono di migliorare in maniera più significativa la classe energetica degli immobili?
Le attuali normative vigenti premiano gli immobili che sfruttano energia rinnovabile come quella solare, ma non solo … L’energia che acquisiamo dall’aria e dalla terra risulta, anche se non completamente, energia rinnovabile (pompe di calore ad aria oppure geotermiche). La Biomassa (legna, pellet, cc.) è considerata in parte energia rinnovabile. Tutte queste tecnologie ci aiutano ad aumentare la classe energetica della nostra abitazione. Anche se l’ordine più corretto sarebbe quello di intervenire prima sull’involucro edilizio e solo successivamente sugli impianti, ci sono spesso delle soluzioni che permettono di limitare gli interventi esclusivamente sul secondo termine come ad esempio la semplice sostituzione della caldaia con una pompa di calore e l’implementazione di un impianto fotovoltaico. Dipende tutto dallo stato dell’edificio, da come è stato dimensionato l’impianto di riscaldamento e dalla superficie effettiva disponibile sul tetto, aspetti che vanno bene analizzati durante la diagnosi energetica dello stabile.
Spesso mi chiamano persone in balia di soluzioni purtroppo impossibili da realizzare, invaghiti da qualche venditore di prodotti innovativi che promettono risultati non realistici e soprattutto a costi inadeguati. A queste persone consiglio sempre di tenere i piedi ben saldi a terra e di ragionare su concetti concreti come gli attuali consumi (a prescindere dal costo in bolletta), oppure il reale utilizzo dell’immobile, o ancora sulle abitudini di gestione della casa e l’effettiva energia elettrica sfruttabile istantaneamente prodotta da un impianto fotovoltaico. Sembra banale ma spesso nessuno ragiona su questi aspetti fondamentali.
Questo articolo in parte è una provocazione, non esiste una risposta univoca ad una domanda di queto tipo, vanno fatti dei ragionamenti partendo dallo stato di fatto, da un accurato sopralluogo, un eventuale rilievo e modellizzazione dello stabile, una lettura critica dei consumi energetici e delle abitudini quotidiane. Per questo consiglio sempre di non fasci fasciare la testa da quello che ci viene raccontato ogni giorno in televisione o tramite i mille strumenti di marketing presenti in ogni dove … E ricordatevi che nel 2025 le calssi energetiche verranno nuovamente modificate, o meglio, i criteri di attribuzione, se così possiamo chiamarli, quindi non correte a farvi fare APE, non servirebbe a nulla!
Si è vero l’intenzione è di eliminare dal commercio la classica caldaia (pur a condensazione), spingendo verso macchine ad assorbimento elettrico (pompe di calore) o soluzioni alternative, si parla del 2029 … Non immaginate quanto sia complesso, in così pochi anni, rivoluzionare completamente un mercato che esiste da decenni … I tempi reali saranno decisamente più lunghi, chi attualmente desidera ancora scegliere una caldaia a condensazione piuttosto che una pompa di calore, in caso di ristrutturazione leggera, lo può fare, sinceramente lo sconsiglierei nel caso di ristrutturazione pesante e nuova costruzione (come demo-ricostruzione).
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Ing. Marcenaro Luca