NANOTECNOLOGIA SOLUZIONE PER ISOLARE TERMICAMENTE LE NOSTRE CASE?

Data: 05-06-2017

Se avessi avuto la possibilità di scegliere se intervenire energeticamente sulla mia abitazione, avrei di certo iniziato il mio investimento agendo come prima cosa sull’involucro edilizio, cercando quindi di migliorarne le capacità di contenimento dell’energia termica per poi, in un secondo tempo, adeguare la parte impiantistica “ri”-dimensionandola per quello che è diventano il nuovo “fabbisogno energetico” dell’immobile …

Già in queste prime righe ho utilizzato molti termini che forse non sono consoni a tutti, spero quindi di potermi esprimere nel più semplice dei modi cercando di focalizzare l’attenzione su quelli che sono gli aspetti più significativi ed interessanti di questo argomento, di fondamentale importante in questo specifico periodo caratterizzato da molte novità in termini di risparmio energetico e contenimento dell’inquinamento atmosferico.

Quando per la prima volta ho sentito parlare di Nanotecnologia, parliamo degli anni ’90 (1995-2000) periodo in cui frequentavo l’università di Pavia, ero in parte affascinato dal termine e in parte incuriosito di capire quali potevano essere le influenze sull’uomo (vista l’esperienza relativa all’amianto) e il motivo per cui queste tecnologie stentavano a crescere nell’ambito termoisolante.

La cosa bella è che l’uomo ha iniziato inconsapevolmente ad impiegare la “nanotecnologia” migliaia di anni fa (fabbricazione dell'acciaio, pitture, vulcanizzazione della gomma, ecc…)! Questi “processi” dipendevano e dipendono tutt’ora dalle proprietà degli atomi, caratterizzati da dimensioni infinitesime, o più correttamente dimensioni nanometriche, da qui il nome “nanotecnologie”.

Se ne sta parlando sempre più spesso in questi ultimi tempi semplicemente perché lo sviluppo dei concetti teorici ci permette solamente ora di poterli classificare e spiegare, quindi non stiamo trattando un argomento completamente nuovo, semplicemente il mercato ci sta offrendo delle applicazioni “innovative” …

Rimane solo il dubbio relativo a quanto possono incidere queste nuove tecnologie sulla salute dell’uomo, e qui si aprono un’infinità di informazioni che si possono tranquillamente reperire su internet, ovviamente facendo attenzione alle fonti e cercando di adottare un minimo di critica a quello che si legge. Il discorso è che ad oggi la nanotecnologia è già ovunque, quindi io mi chiedo se ha veramente un senso farsi troppe domande o se semplicemente conviene essere informati. Voi cosa ne pensate?

Passiamo ora all’aspetto tecnico e prestazionale di questi nuovi prodotti in commercio, ossia: cosa ci permettono di fare? Quanto costano? Fanno veramente la differenza?

In questo primo articolo mi limiterò a raccontavi la mia esperienza fatta durante una giornata di visita svolta presso un distributore di materiale edile, che mi ha permesso di visionare alcuni prodotti nanotecnologici (in particolare una resina ed un rasante) si in termini di semplicità di applicazione ed installazione che da un punto di vista di lavori di riqualificazione energetica già eseguiti, dove sembra si sono riscontrati risparmi energetici sostanziali.

Giusto per anticiparvi qualcosa, tra le varie visite ricordo una villetta a due piani di circa 150 mq (75 mq per piano), dove è stato certificato dai clienti il 20% netto di risparmio energetico (bollette gas alla mano), tra l’altro considerando una seconda stagione invernale più rigida della prima (Varese, stagione 2016 e stagione 2016)! Pertanto il risparmio energetico effettivo risulta sensibilmente superiore. Questo risultato si è raggiunto applicando un cappotto esterno da 8 mm (meno di 1 cm!). I clienti erano soddisfatti … Per i più scettici, io per primo, ci sarà stato qualche accordo con la ditta installatrice? Ad oggi non saprei rispondere, vedremo.

Per i costi non voglio per il momento anticiparvi nulla, sto ancora facendo un po’ di valutazioni, appena avrò un’idea più chiara scriverò un nuovo articolo specifico.

A livello tecnico questi prodotti promettono (sulla carta) di avere determinate prestazioni; per chi ha avuto modo di approfondire gli aspetti legati alla trasmissione di calore e che quindi conosce il concetto di “trasmittanza termica”, vi posso dire che “commercialmente”, quindi sarà mia cura verificare con calcoli termodinamici, a pari livello di prestazione termica, un cappotto esterno realizzato con questo prodotto nanotecnologico di spessore inferiore ad 1 cm equivale, in termini di trasmittanza termica, ad un cappotto esterno classico di 6-8 cm … Il materiale è inoltre traspirante, quindi permette al vapore acqueo di fuoriuscire dalla struttura edilizia, cosa non da poco …

Oltre all’aspetto prestazionale, si parla anche di semplicità di installazione che questo sistema offre rispetto al classico cappotto … Ma approfondirò il discorso magari analizzando qualche situazione reale.

Concludo questo mio breve intervento informandovi che seguiranno sicuramente approfondimenti su questo argomento pertanto chi fosse interessato a seguirmi tramite il mio blog può semplicemente mettere “mi piace” sulla mia pagina fans di facebook, in modo da essere informati sull’uscita del prossimo articolo.

Ing. Marcenaro Luca

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